Senza titolo

 

 

 

Oggigiorno il tema della morte è considerato tabù. Nell’era dello sviluppo tecnologico essa è alla pari di una sconfitta, da nascondere; molto spesso avviene negli ospedali, lontano dagli affetti familiari. Per i giovani che vivono la morte spettacolarizzata nei videogames e dai media, essa resta un grande mostro da temere e li coglie impreparati, lasciando a volte ferite profonde che fanno fatica ad rimarginarsi anche perché il contesto “protettivo” sociale, dalla famiglia alla scuola alla parrocchia alla comunità in generale non dà più il sostegno di un tempo. Sempre più la morte è vissuta come un’esperienza estranea.

La vita se mostrata nel suo naturale svolgersi, fatta di tante fasi di transizione, compresa l’ultima, porta il ragazzo a vivere con maggiore consapevolezza e rinforza quel bagaglio di cui necessita il suo personale percorso nella misura in cui anche le esperienze più difficili e delicate  vengono affrontate e trasformate in occasioni di crescita, supportate da un contesto che accoglie e sostiene, compartecipe attento e attivo.

Ciò senza tralasciare il messaggio di speranza, con l’attenzione sia alla dimensione spirituale peculiare dell’essere umano, credente o meno, sia all’immortalità dell’insegnamento di chi ci lascia  e della testimonianza  che chi vive porta con sé.

 

Lo spirito di chi propone questo progetto è trasmettere un messaggio altresì solidaristico, promuovendo la rete di aiuto reciproco che non deve mai mancare. La presentazione  delle cure palliative  e la testimonianza di volontari dell’ Associazione “la Compagnia delle stelle”  da un lato  vogliono sottolineare l’attenzione globale data all’ammalato che è propria delle cure palliative (dimensione fisica, psicologica, spirituale, sociale) e   che è sinonimo di centralità della dignità della persona, dall’inizio fino alla fine della vita, anche quando “scientificamente” non c’è più nulla da fare.

 

Dall’altro porre l’accento sul ruolo del volontario in cure palliative, che è parte integrante dell’équipe multidisciplinare  il cui ruolo va dal sostenere  con la presenza semplice e solidale fino all’attivazione di servizi ( tra cui l’elaborazione del lutto) per l’ammalato inguaribile e  il suo nucleo familiare.

Il volontariato può essere uno dei canali delle ricerca di senso, come direbbe V. Frankl, trascendendo se stessi in un progetto più grande, è occasione di crescita personale ed una risorsa notevole per l’educazione dei giovani, sempre più confusi da una società con pochi valori.

 

Perché la scuola?

Ecco che la scuola ha la possibilità di intervenire come agenzia educativa dedicando uno spazio formativo e di riflessione personale al tema della morte che agisca sull’equilibrio psico-emotivo dei ragazzi in merito a questi temi e sia possibilità di crescita e maturazione personale.

In questo modo la scuola ha modo di riappropriarsi del compito di “educare alla vita” avvicinandosi alla realtà ed ai suoi problemi.

Finalità

Creare un clima sereno ed un ambiente protetto dove il tema della morte possa essere sviluppato e declinato dai ragazzi secondo le modalità di espressione a loro più congeniali, stimolando il dialogo e le manifestazioni del vissuto emotivo.

Attraverso la testimonianza dei volontari  portare altresì esempi positivi per giovani, promuovere la conoscenza delle cure palliative nel territorio che pongono al centro l’Uomo e la sua dignità.

 

Obiettivi educativi

 

–       superare il concetto delle morte come tabù, permettendone la libera trattazione.

–       educare alle emozioni, stimolando la loro manifestazione.

–       educare alla solidarietà e l’aiuto reciproco.

–       sviluppare strategie di sostegno e fronteggiamento  nelle situazioni di difficoltà

–       far acquisire consapevolezza che la vita è fatta di passaggi, ciascuno dei quali lascia qualcosa  alle spalle  e porta qualcosa con sé, nel cambiamento

–       migliorare la coesione ed i rapporti tra pari e con gli adulti significativi

–       stimolare la progettualità di vita

 

Articolazione delle attività e  metodologia

Prima fase: giornata informativa

Attraverso un primo incontro che coinvolgerà tutto il gruppo classe verrà trattata la tematica attraverso la proiezione del video “I colori della vita” a cui seguirà la discussione di gruppo.

Seconda fase: laboratorio

Alla fine dell’incontro verrà presentata una proposta di laboratorio di approfondimento del tema dove verranno realizzati dei prodotti a partire dai ragazzi stessi. Verranno quindi  raccolte le adesioni.

Relazione conclusiva fine progetto:

Svoltosi in tre classi dell’ istituto scientifico “Alessandro Volta” di Reggio Calabria, per un totale di trentaquattro ore, dal dicembre 2012 al gennaio 2013, l’intervento formativo si è connotato come “interdisciplinare”, ossia la tematica in oggetto è stata altresì trattata in materie del curricolo scolastico quali la letteratura, la filosofia, la storia dell’arte, la religione.

Le esperte hanno realizzato un laboratorio dove Il tema della morte  è stato declinato secondo le quattro linee  direttrici  che hanno guidato gli incontri, ossia il  cambiamento  come elemento caratterizzante la vita, la sofferenza come crescita, la speranza e la solidarietà. Un laboratorio  di idee, concezioni messe a confronto, ascolto partecipato, riflessioni, produzione e condivisione di nuovi significati, fino alle consegne finali, stimolate singolarmente e in forma di gruppo.

Vissuti che vengono fuori e hanno l’occasione di essere elaborati/ rielaborati; riflessione su un tema sui cui non ci si era mai soffermati; attenzione su qualcosa “ di cui nessuno mai ne parla” ma di cui se ne sente l’esigenza: queste alcune delle considerazioni finali  emerse dai ragazzi.

I ragazzi hanno potuto scegliere di trattare, secondo le modalità di espressione che meglio preferivano, ciò che era rimasto loro impresso: hanno così prodotto dal video al racconto, dalla poesia alla canzone rap, dal poster alle considerazioni personali, dalla tela all’intervista. Soddisfacente è stato il gradimento riscontrato.

Il progetto è presentato al XX Convegno Sicp , 27-30 ottobre, Bologna

Il progetto è stato realizzato da Luisa Corso, Pedagogista ed Esperta nei processi di formazione e Giovanna Caloiro, Consulente etico-filosofico ed Esperto in Bioetica e Cure palliative, le quali hanno  curato, con altri operatori e volontari, anche  le precedenti edizioni.